Mario Ageno
Roberto Ardigò
Federigo Enriques
Giovanni Vailati
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Alcuni miei lavori dedicati a filosofi italiani che si sono distinti nel settore della filosofia della scienza.
Mario Ageno (1915-1992) è stato il più importante biofisico italiano del ventesimo secolo. Ho avuto la fortuna di frequentare le sue lezioni di fisica per filosofi nel 1980, quando studiavo filosofia all'Università di Roma La Sapienza. Rimasi particolarmente colpito dalla sua concezione delle teorie scientifiche: esse, secondo Ageno, non aspirano ad alcuna validità universale e hanno un campo di validità limitato a un contesto spazio-temporale ben definito. Ritengo che l'analisi di Ageno sull'uso dei modelli matematici nella fisica sia un fondamentale contributo alla filosofia della scienza, purtroppo ancora oggi ignorato dagli studiosi di filosofia della scienza.
Roberto Ardigò (1828-1920) è stato il principale esponente del positivismo italiano. Nel mio lavoro analizzo il ruolo che Ardigò attribuisce al caso, un aspetto onnipresente della natura. Il caso e la necessità, secondo Ardigò, non sono due termini in contraddizione bensì due elementi obbligatori di ogni spiegazione scientifica.
Federigo Enriques (1871-1946) fu un insigne matematico, rimosso dall’insegnamento a causa delle leggi razziali del 1938. Si interessò di storia e filosofia della scienza. Fondatore e presidente della Società Filosofica Italiana, co-fondatore e direttore della rivista Scientia.
Giovanni Vailati (1863-1909). Filosofo e matematico, fu autore di importanti studi storici sull'origine della meccanica classica. Ha sostenuto la tesi che il secondo principio della dinamica ebbe la sua prima formulazione già nel XIII secolo, ad opera di Giordano Nemorario, uno studioso sul quale mancano notizie certe. Nel mio lavoro analizzo la tesi di Vailati; sostengo, attraverso una puntuale analisi dei testi, che la tesi di Vailati è troppo ottimistica.
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